Un rito che si rinnova. Diamo l’addio al vecchio anno cercando di lasciarci alle spalle il passato e accogliamo il nuovo con buoni propositi e…vecchie abitudini. Come il puntuale aumento dei pedaggi delle autostrade per disincentivare ulteriormente gli italiani a spostarsi durante le vacanze ma, soprattutto, per aumentare i costi di tutti quei prodotti che viaggiano ancora su gomma. Oppure il salasso che attende le partite IVA con un aumento esponenziale della tassazione per tappare i buchi delle solite spese folli del nostro governo.
Di rito in rito, immancabili nella notte di San Silvestro le centinaia di feriti dai botti. La buona notizia è che quest’anno non c’è scappato il morto. La crisi, probabilmente, qualche buon effetto l’ha portato e ha impedito a qualche idiota di togliere la vita a sé stesso o, peggio, ad altri. Fatto sta, però, che restano oltre 200 feriti, più o meno gravi, alcuni dei quali hanno perso l’uso di uno o più arti. Come il deficiente che, a Milano, ha lanciato un petardo dalla finestra del suo appartamento: peccato però che quest’ultima fosse chiusa e che il pirla di turno abbia perso l’uso della mano. E noi ci ritroviamo con un invalido civile in più che si gioverà delle misure del welfare invece di prendersi una sonora pedata nel culo.

Ma si sa che, se a Natale siamo tutti più buoni, al primo dell’anno siamo tutti più speranzosi. E così ai TG pare brutto chiudere l’edizione con notizie tristi preferendo regalarci uno stralcio del Concerto di Vienna: l’immancabile “marcia di Radeztky”. Proprio quel maresciallo che pose termine alle Cinque Giornate di Milano e che costrinse il Re Carlo Alberto alla ritirata riportando Milano e la Lombardia sotto l’odiato dominio asburgico. Però, cosa volete, quell’allegra melodia è così orecchiabile, al diavolo la storia!
E allora, ancora buon anno Italia!